Dott. Federico Corrias

Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica Università degli Studi di Roma”La Sapienza”. Master di II livello In Chirurgia Estetica Università “La Sapienza” Roma / Universita degli Studi di San Marino. Tutor dell’attivita didattica per la Cattedra di Chirurgia Plastica dell’Universita degli Studi di Cagliari nel 2007. Fellow presso l’Istituto Nazionale Tumori di Roma nel reparto di Chirurgia Plastica diretto dal Prof. Roy De Vita. Ha svolto numerosi corsi di formazione nazionali e all’estero. E’ autore di numerose Pubblicazioni Scientifiche presenti su PubMede e di comunicazioni a congressi Nazionali SICPRE e SIM.

La ricostruzione
mammaria

I progressi della chirurgia e le nuove tecnologie nel campo dei biomateriali consentono oggi di ricostruire con risultati confortanti le mammelle operate.

La ricostruzione offre un miglioramento della qualità di vita non solo dal punto di vista psicologico, ma anche fisico, evitando le modificazioni della colonna dorsale e lombare, che in certi casi sono state descritte comparire in seguito ad una mastectomia. La mammella non è solo l’organo deputato all’allattamento, ma è stata da sempre considerata il simbolo stesso della femminilità. È importante quindi che l’aspetto corporeo menomato dalla malattia venga ripristinato al più presto possibile. È dimostrato che non esistono controindicazioni di alcun tipo alla ricostruzione nella grandissima maggioranza dei casi. Essa non interferisce né con l’andamento della malattia né con le eventuali terapie oncologiche. Se al momento della diagnosi, come è naturale, la donna è preoccupata solamente, o soprattutto, per la presenza del tumore, dopo l’esecuzione dell’intervento demolitivo essa sarà profondamente addolorata per la menomazione subita. È quindi importante che venga rassicurata dal fatto che il processo di ricostruzione è già stato avviato o comunque può essere iniziato. Una volta si consigliava di attendere almeno 5 anni prima di ricostruire perché non c’era modo di essere sicuri di avere asportato tutta la malattia. Oggi, con i progressi della chirurgia e con la possibilità di valutare al microscopio la radicalità dell’asportazione chirurgica, il consiglio è di ricostruire il più presto possibile. Infatti, come già detto, la ricostruzione non interferisce né con l’evoluzione del tumore né con le eventuali terapie da intraprendere dopo l’intervento chirurgico, né con la possibilità di evidenziare in tempi rapidissimi un’eventuale ripresa della malattia. La procedura ideale è la ricostruzione immediata, iniziata cioè al momento stesso della mastectomia. Se, per vari motivi, la ricostruzione non viene eseguita nel corso dello stesso intervento di asportazione della mammella, si parla di ricostruzione differita. Non è mai troppo tardi per procedere ad una ricostruzione mammaria.


FINALITÀ DELL’INTERVENTO
Deve essere chiaro alla Paziente che non sarà mai possibile riavere esattamente quel seno che le è stato tolto, né cancellare le cicatrici derivanti dall’intervento chirurgico demolitivo.
L’obiettivo del Chirurgo Plastico Ricostruttivo è di ottenere la migliore simmetria tra la mammella ricostruita e quella conservata, con il minor danno possibile per la Paziente sia in termini di esiti cicatriziali che di sofferenze.
Non esiste una metodica di ricostruzione in assoluto migliore delle altre e quindi consigliabile in tutti i casi. Sono numerosi, infatti, i parametri di cui il Chirurgo Ricostruttivo deve tener conto al momento della scelta della tecnica più idonea:

  • Tipo di demolizione eseguita. È diverso progettare una ricostruzione in caso di quadrantectomia (asportazione di un quadrante, cioè di una parte della mammella), o in caso di adenectomia sottocutanea (asportazione della ghiandola lasciando gran parte della cute e il complesso areola-capezzolo), o in caso di mastectomia semplice o radicale modificata (asportazione dell’intera mammella comprendente cute, areola e capezzolo e ghiandola) o, infine, in caso dell’ormai raramente eseguita, mastectomia secondo Halsted, in cui, oltre alla mammella, vengono asportati anche i muscoli pettorali.
  • Tipo costituzionale della Paziente. Lo spessore del pannicolo adiposo sottocutaneo ed il trofismo muscolare giocano un ruolo molto importante nella scelta della tecnica di ricostruzione.
  • Forma e dimensioni della mammella controlaterale. Essendo la simmetria l’obiettivo principale della ricostruzione, è fondamentale conoscere quali tecniche siano più idonee a riprodurre una mammella di forma e dimensioni simili a quelle del lato opposto.
    Altre caratteristiche proprie della Paziente. Tra queste l’atteggiamento mentale (se sia più predisposta ad una ricostruzione in un unico tempo o se accetti più interventi), la distanza tra domicilio e ambiente ospedaliero (importante in caso di uso di espansori cutanei), la presenza di eventuali malattie intercorrenti, pregressi interventi chirurgici in aree possibili donatrici di lembi, la dedizione al fumo, ecc.
  • Terapie adiuvanti successive all’atto chirurgico demolitivo. Specialmente la necessità di un trattamento radiante può rendere meno opportuno l’impiego di certe tecniche ricostruttive a favore di altre.
  • Il desiderio della Paziente. La scelta della metodica di ricostruzione è un momento molto delicato e ogni candidata deve essere opportunamente informata e supportata psicologicamente.
    Non può quindi esistere una tecnica valida per tutte le Pazienti.
    Per ogni donna deve essere individuata la procedura più appropriata.
    Nella scelta intervengono la sensibilità e l’esperienza del Chirurgo che deve essere in grado di eseguire tutte le tecniche ricostruttive per non forzare la scelta della Paziente, dirigendola sempre nella direzione della procedura a lui nota e la psicologia della donna, alla quale deve essere fornita una corretta informazione su tutte le possibilità offerte dalla moderna Chirurgia Plastica, evidenziandone pregi, difetti e rischi, sfrondati dalle gratificazioni personali del Chirurgo, dalle mode del momento e da ogni giustificazione che non sia il reale beneficio della Paziente.

 

PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO
L’intervento non deve essere eseguito in Pazienti gravide; in caso di dubbio, devono essere effettuate le indagini specifiche. Prima dell’intervento dovranno essere consegnati i referti delle analisi e degli esami pre-operatori prescritti, e il presente prospetto informativo firmato.
In taluni casi, quando il Chirurgo lo ritenga opportuno, 3 settimane circa prima dell’intervento, vengono eseguite una o due donazioni di sangue da effettuare presso un Centro Emotrasfusionale; se necessario, le unità di sangue verranno infuse nel corso dell’intervento o nel post-operatorio al fine di ridurre l’anemia. Una metodica alternativa, con la stessa finalità, consiste nell’esecuzione di un prelievo di sangue immediatamente prima dell’intervento. Dovranno essere segnalate eventuali terapie farmacologiche in atto (in particolare con cortisonici, contraccettivi, antiipertensivi, cardioattivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, antibiotici, tranquillanti, sonniferi, eccitanti), terapie omeopatiche e fitoterapiche e segnalate possibili allergie ad antibiotici e farmaci in genere. Un mese prima dell’intervento dovrà sospendere l’eventuale terapia ormonale estroprogestinica (pillola), in modo da avere un mese con ciclo regolare senza assunzione di ormone, per diminuire i rischi di tromboembolia. Almeno 2 settimane prima dell’intervento dovrà sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (tipo aspirina) e almeno un mese prima sospendere il fumo, che ha influenze decisamente negative sulla vascolarizzazione cutanea e del grasso. Il giorno precedente l’intervento deve essere effettuato un accurato bagno di pulizia completo, asportato lo smalto dalle unghie delle mani e dei piedi e depilate le ascelle. Prima dell’intervento deve essere osservato digiuno di almeno 8 ore da cibi solidi e bevande. L’intervento non deve essere eseguito in Pazienti gravide; in caso di dubbio, devono essere effettuate le indagini specifiche. Prima dell’intervento dovranno essere consegnati i referti delle analisi e degli esami pre-operatori prescritti, e il presente prospetto informativo firmato. In taluni casi, quando il Chirurgo lo ritenga opportuno, 3 settimane circa prima dell’intervento, vengono eseguite una o due donazioni di sangue da effettuare presso un Centro Emotrasfusionale; se necessario, le unità di sangue verranno infuse nel corso dell’intervento o nel post-operatorio, al fine di ridurre l’anemia. Una metodica alternativa, con la stessa finalità, consiste nell’esecuzione di un prelievo di sangue immediatamente prima dell’intervento. Dovranno essere segnalate eventuali terapie farmacologiche in atto (in particolare con cortisonici, contraccettivi, antiipertensivi, cardioattivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, antibiotici, tranquillanti, sonniferi, eccitanti), terapie omeopatiche e fitoterapiche e segnalate possibili allergie ad antibiotici e farmaci in genere. Un mese prima dell’intervento dovrà sospendere l’eventuale terapia ormonale estroprogestinica (“pillola”), in modo da avere un mese con ciclo regolare senza assunzione di ormone, per diminuire i rischi di tromboembolia. Almeno 2 settimane prima dell’intervento dovrà sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (tipo aspirina) e almeno un mese prima sospendere il fumo che ha influenze decisamente negative sulla vascolarizzazione cutanea e del grasso. Il giorno precedente l’intervento deve essere effettuato un accurato bagno di pulizia completo, asportato lo smalto dalle unghie delle mani e dei piedi e depilate le ascelle.
Prima dell’intervento deve essere osservato digiuno di almeno 8 ore da cibi solidi e bevande.


ANESTESIA
L’intervento di inserimento dell’espansore e di sostituzione di questo con la protesi definitiva vengono eseguiti in anestesia generale. A questo proposito avrà luogo uno specifico colloquio con il Medico Anestesista.


DURATA DELL’INTERVENTO
L’inserimento dell’espansore mammario dura circa 45-60 minuti. La sua sostituzione con una protesi definitiva dura circa 90 minuti se non si deve modificare la mammella controlaterale (aumentarla o ridurla o rimodellarla). Se si interviene anche sull’altra mammella la durata complessiva sarà di circa 2-4 ore.


DECORSO POST-OPERATORIO
Nel periodo post-operatorio potrà essere avvertito in regione pettorale un certo dolore, controllabile con comuni analgesici, che regredirà nel giro di pochi giorni. I drenaggi aspirativi vengono solitamente rimossi quando la quantità di liquido drenato nelle 24 ore sarà inferiore ai 30-40 cc.
Dovrà essere indossato un apposito reggiseno prescritto dal Chirurgo che dovrà essere acquistato prima del ricovero in ospedale. Esso sarà utilizzato giorno e notte per circa 45 giorni e sarà corredato da una fascia elastica contenitiva, allo scopo di mantenere posizionate le protesi nella sede opportuna. Per alcuni giorni dopo l’intervento può rendersi necessaria la prosecuzione della terapia antibiotica. Per la prevenzione dell’embolia polmonare viene solitamente prescritta una profilassi con eparine a basso peso molecolare che solitamente inizia dopo l’intervento e viene proseguita per 3-4 settimane. La dimissione avviene generalmente al momento della rimozione dei drenaggi. Per i primi 3-4 giorni post-operatori è raccomandato il riposo, con particolare attenzione a non utilizzare i muscoli pettorali (ad esempio, non forzare sulle braccia per alzarsi dal letto, non sollevare pesi). A letto è bene riposare con il busto rialzato. Dovrà, inoltre, essere evitato il fumo: colpi di tosse in questo periodo potrebbero indurre sanguinamenti a livello delle parti operate. Per la prima settimana dovrà essere evitata la guida di veicoli. I punti di sutura verranno rimossi 7-10 giorni dopo l’intervento. La prima doccia di pulizia completa potrà essere praticata solo dopo tale periodo. Per le prime 2 settimane dovranno essere evitati ampi movimenti con le braccia, il sollevamento di pesi e l’attività sessuale, che potrà essere ripresa con cautela dopo tale periodo.


PRECAUZIONI
Dopo la rimozione dei punti potrà essere ripresa l’attività lavorativa. Per circa un mese dovrà essere evitato ogni tipo di attività sportiva e l’esposizione diretta al sole o ad eccessive fonti di calore (ad esempio, sauna, lettino abbronzante, ecc.). Durante tale periodo, inoltre, dovrà essere evitata la posizione prona (“a pancia in giù”) ed eseguiti, laddove prescritti, gli esercizi quotidiani di “automassaggio” delle mammelle, per diminuire i rischi di retrazione della capsula periprotesica. Si raccomanda di segnalare la presenza di protesi all’atto della mammografia. Si ricorda l’importanza di conservare e di esibire ad ogni visita di controllo il documento identificativo delle protesi.


PER MAGGIORI INFO:  +39 348.9800637